Aumento delle sperimentazioni animali e dei test per cosmetici

Stando alle statistiche pubblicate il 5 luglio 2011 dall’Ufficio federale di Veterinaria (UFV), 761’675 animali sono stati utilizzati in esperimenti in Svizzera nel 2010. Dopo il leggero calo osservato l’anno scorso, l’utilizzazione degli animali è nuovamente in aumento. Causa: le prove effettuate per la produzione di pollame per un totale di 57’000 animali.

Sono stati utilizzati 417’007 roditori (74%), nonchè 738 gatti e 3’102 cani. Anche il bestiame è stato sfruttato in numerosi esperimenti, con 3’896 bovini, 2’933 maiali, 1’272 cavalli ed asini e 1’638 pecore e capre.

3’560 esperimenti erano in corso di validità nel 2010 mentre i cantoni hanno rilasciato 1’197 nuove autorizzazioni di sperimentazioni animali, pari ad un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. 12 domande di sperimentazioni sono state rifiutate dai cantoni. L’UFV precisa inoltre di aver fatto ricorso contro una delle 16 autorizzazioni rilasciate dal cantone dei Grigioni, senza però spiegarne il motivo. Data l’apatia dell’UFV quando si tratta di intervenire in termini vincolanti, si può facilmente intuire che l’esperimento in questione doveva essere particolarmente spregevole.

Un numero crescente di animali per le università

Come ogni anno l’utilizzazione di animali aumenta nella ricerca fondamentale mentre diminuisce nella ricerca applicata. Dato che il le 70% dei finanziamenti pubblici stanziati per la sperimentazione animale serve unicamente a pagare gli stipendi dei ricercatori, i quali dal canto loro trovano sempre il modo di occupare il loro tempo, non c’è da stupirsi. E poco importa se questi esperimenti provocano dolori e sofferenze agli animali, se servono soltanto ad alimentare una pila di pubblicazioni scientifiche inutili e se il tutto è a spese del contribuente. I baroni delle nostre università sono contenti sia dei loro stipendi che del piano di pensionamento generosamente elargiti dall’università che li ospita. Dal canto suo quest’ultima è felice di accogliere sotto il suo tetto tutte queste referenze scientifiche che le permettono di scalare le classifiche delle migliori università.
Ed i progressi della medicina in tutto questo? Continua a progredire. A grandi passi da nano. Alla luce delle centinaia di milioni spesi ogni anno dalle università svizzere per le sperimentazioni animali, si tratta di un vero e proprio scandalo economico.

Test per un filtro solare

Altra novità: la Svizzera testa nuovamente i prodotti cosmetici. Benchè questo annuncio sollevi legittimi interrogativi quanto alla pertinenza dei test effettuati, l’UFV si accontenta di indicare l’utilizzazione di 4 roditori « per testare la tossicità di un filtro UV che rientra nella composizione di un filtro solare ». L’esperimento sarebbe stato autorizzato in quanto « la protezione contro i raggi ultravioletti è un problema di pubblica sanità. »

Abbiamo interrogato l’UFV il 26 luglio 2011 quanto all’assenza di trasparenza per questi esperimenti. Abbiamo contestato l’argomentazione secondo la quale la protezione dei dati può giustificare il suo rifiuto di fornire informazioni più esaurienti, che questo è contrario agli art.36 LPAn e 147 cpv.1 OPAn, poichè in questo caso non si può sapere se gli esperimenti autorizzati sono conformi alla legislazione sulla protezione degli animali.
Abbiamo inoltre formulato i seguenti quesiti:
1) il numero di 4 roditori per testare la composizione di un filtro solare è corretto? Se non lo è, quanti animali sono stati utilizzati per quanti esperimenti ?
2) di quale gradazione erano questi esperimenti ?
3) in quali cantoni si sono svolti questi esperimenti ?
4) se si trattava unicamente di testare la tossicità di un filtro UV, questo esperimento era giustificato ai sensi degli art.17 e 19 cpv.4 LPAn ?. Per quali motivi questo filtro UV è diverso o di interesse superiore a quelli già commercializzati (art.137 cpv.b OPAn)?
5) l’esperimento ha ricevuto un preavviso favorevole della commissione sulla sperimentazione animale del cantone coinvolto ?

L’UFV ci ha risposto il 23 agosto, esprimendosi come sempre nell’oscuro linguaggio che predilige:

« Come sapete, la legislazione svizzera sulla protezione degli animali è una delle più progredite al mondo ed il settore della sperimentazione animale è severamente regolamentato. Questa sperimentazione è esaminata dalla commissione cantonale. I ricercatori devono dimostrare che i benefici per la società sono più importanti delle sofferenze inflitte agli animali nel corso degli esperimenti (si soppesano gli interessi in gioco).Pertanto non si sarebbe certamente rilasciata un’autorizzazione per uno studio «puramente» cosmetico. Il fatto che diverse istanze siano coinvolte nella procedura di autorizzazione, garantisce questo controllo reciproco.

Quanto ai vostri interrogativi, e come detto in precedenza, potete trovare tutti gli elementi di risposta sul nostro sito internet.
1) sì, si tratta effettivamente di 4 topi testati.
2) l’esperimento era in grado di gravità 2.
3) questo esperimento si è svolto nel cantone di Argovia.
4) questo esperimento è stato convalidato dalle autorità competenti con possibilità di ricorso. Pertanto, l’UFV ritiene che tutti i requisiti siano stati soddisfatti.

La nostra politica non è cambiata e pertanto attiriamo la vostra attenzione sul fatto che questo test non è terminato, e che l’autorizzazione rilasciata è valida fino al 2013. Si può pertanto anticipare che saranno utilizzati altri topi nel 2012 e nel 2013. »

Abbiamo nuovamente scritto all’UFV il 24 agosto:

« Purtroppo non avete risposto alla domanda 4, quella più importante. Scrivere che « questo esperimento è stato convalidato dalle autorità competenti con possibilità di ricorso. Pertanto, l’UFV ritiene che tutti i requisiti siano stati soddisfatti » non apporta alcuna informazione pertinente.

Nel marzo 2010, il Tribunale penale del cantone di Soletta ha condannato il Dott. Pierre Bize per i suoi esperimenti animali. L’istruttoria ha potuto dimostrare che sia l’ex collaboratrice dell’UFV Ursula Moser che le autorità del cantone di Soletta avevano trasgredito la legislazione vigente nel rilasciare al Dott. Bize l’autorizzazione di praticare i suoi esperimenti.

Non vi stupirà pertanto sapere che non siamo affatto rassicurati nè convinti della pertinenza dell’autorizzazione rilasciata per questi test di cosmetici. Infatti non si può sapere se questi esperimenti sono conformi alla legislazione (art.147 cpv.1 OPAn) come abbiamo sottolineato nella nostra mail del 26 luglio u.s.

La vostra risposta è piuttosto deludente. Ancora una volta, l’UFV si barcamena per evitare di esprimere una posizione chiara. Sapere per quali motivi un filtro testato è diverso o di interesse superiore a quelli già commercializzati non è lesiva della protezione dei dati. La questione è valutare e soppesare gli interessi, e non le informazioni chimiche sulla sostanza testata o la ditta che ha ordinato questi test. Per di più, dato che l’UFV non ha fatto ricorso contro l’autorizzazione rilasciata dall’autorità del cantone di Argovia, è lecito pensare che anche lui sostenga la valutazione di questo cantone. L’UFV può pertanto fornire le informazioni richieste. »

Abbiamo ribadito la domanda del punto 4 . Egalemente del punto 5. Alla lettura della risposta dell’UFV, non è affatto certo che una commissione abbia dato un preavviso favorevole a questo esperimento. Ciò che non lascia presagire nulla di buono.

Sicuramente un dossier da seguire da vicino.