Adottata nel settembre 2019 da un Parlamento federale in gran parte indifferente alle sorti degli animali, la modifica della legge sulla caccia (LCP) sarà sottoposta a referendum grazie all’azione delle organizzazioni svizzere di tutela della natura e degli animali, che intendono vietarne l’entrata in vigore.

Il 17 gennaio 2020 sono state presentate in Cancelleria federale più di 70’000 firme; di queste 58’570 sono state autenticate rispetto alle 50’000 necessarie per il lancio del referendum.

NO ad una legge pro abbattimenti

Anche se la modifica legislativa contiene alcune disposizioni interessanti, come quelle sulla tutela di alcuni corridoi faunistici (territori necessari agli spostamenti della fauna selvatica) o sui nuovi piani di sviluppo nonché quelle sulla tutela di diverse specie di anatre selvatiche, non dimentichiamo che la legge rimane concepita soprattutto da parlamentari a favore della caccia.
La legge prevede il trasferimento delle competenze in materia di specie protette dalla Confederazione ai cantoni; di conseguenza in futuro sarà possibile abbattere stambecchi e lupi su decisione dei cantoni “dopo aver consultato l’UFAM” (art. 7a, lett. a e b LCP).
Il Consiglio federale si concede inoltre la possibilità di autorizzare l’abbattimento di specie protette (art. 7a, lett. c LPC) senza l’intervento né del Parlamento né del popolo. Tali provvedimenti potranno riguardare il castoro, l’airone cenerino, il cigno reale o la lince, specie particolarmente ambite dai milieu della caccia.

Il nostro ambiente, di cui la fauna è parte integrante, deve essere protetto dagli interessi privati e dalle lobby della caccia. Quando le votazioni avranno luogo, vi invitiamo a votare NO alla revisione della legge sulla caccia il 27 settembre 2020.